App native e app ibride, quali è meglio scegliere

Tutti utilizziamo le app, spesso senza nemmeno porci troppe domande, alle volte anche in modo inconsapevole. Quasi il 90% del tempo che spendiamo sul nostro smartphone o tablet è sulle app. Eppure, ancora in troppi non hanno idea di come funzionino, quali possibilità diano e, soprattutto, quale possa essere il loro potenziale. Abbiamo quindi deciso di fare un piccolo focus sulle app per poi scegliere tra app native e app ibride.

App native e app ibride, facciamo chiarezza

Prima di parlare della differenza tra app ibride e app native spendiamo due parole sulle app in generale. Sebbene la maggior parte degli utenti sappia perfettamente cosa siano, ci sono ancora diverse persone che hanno un’idea vaga o che non sanno di preciso come poterne sfruttare al massimo le funzionalità.

Le app, o meglio, applicazioni per esteso, consentono di accedere a tutte quelle che sono le funzioni del dispositivo che stiamo utilizzando, che si tratti di un tablet o di uno smartphone. Mediante le app, inoltre, possiamo interagire con fotocamera, rubrica, notifiche e così via. Per ogni app viene sviluppato un linguaggio proprio da appositi professionisti, gli sviluppatori, che, appunto, si occupano dello sviluppo app a seconda delle necessità dell’utenza o di un cliente.

Detto questo, possiamo vedere quali siano le principali differenze tra app native e app ibride, in modo da farci un’idea più esaustiva e scegliere con consapevolezza

Le app native

Quando parliamo di app native stiamo sostanzialmente parlando di quelle applicazioni che sono state sviluppate appositamente per un esclusivo sistema operativo, quindi, per rendere più chiaro il concetto, ciascun sistema operativo ha la sua app che “parla” il medesimo linguaggio. Ci sono quindi app per iOS, per Android.

Pertanto, le app native nascono proprio per lavorare col medesimo codice dei dispositivi in modo da massimizzare la loro efficienza. Va da sé che le prestazioni che se ne ottengono sono elevate, cosa ideale, per esempio, quando si utilizzano giochi interattivi o animazioni 3D o realtà aumentata.

Quindi, dal punto di vista delle prestazioni sono eccellenti, purtroppo hanno un costo superiore rispetto a quello delle app ibride che andiamo a esaminare ora.

Le app ibride

Le app ibride sono del tutto simili, per lo meno per quanto concerne la loro progettazione, alle app native, per capire meglio, però, possiamo definirle come una soluzione “trasversale”, o meglio, cross-platform, quindi che si adattano a tutti i diversi sistemi operativi con il proprio codice.

Quale, oltre questa, le differenze con le app native? Di base, la differenza più netta è che vengono create utilizzando tecnologie open source quali HTML, CSS o anche JavaScript invece dei linguaggi nativi di queste piattaforme.

Quali sono le migliori

Difficile stabilire quindi in generale quali siano le miglior perché in realtà dipende da quello che si deve fare e quello che si cerca. Bisogna quindi ragionare tra vantaggi e svantaggi in modo da capire quale tipologia di app possa essere più adatta alle proprie necessità.

Sicuramente avere la possibilità di sviluppare un unico codice che si può adattare a diverse piattaforme è un vantaggio di non poco conto, anche perché si può arrivare a risparmiare molto in questo modo. Bisogna anche prendere in considerazione il fatto che oggi le app ibride son molto più performanti rispetto al passato.

Sui dispositivi ancora poco performanti, però, può causare un sovraccarico e rallentarlo.

Le app native, di contro, sicuramente ancora non sono state superate in velocità dalle app ibride, quindi hanno delle prestazioni eccellenti. Quando devono essere utilizzate per giochi o animazioni di un certo tipo, sono sicuramente da preferirsi alle ibride.

Anche queste, tuttavia, hanno degli svantaggi, per esempio un ciclo di sviluppo più lungo e dei costi più esosi.

Ora che è tutto più chiaro non si deve fare altro che capire quale possa essere la soluzione migliore.