Samsung e l’idea del riciclo: un Galaxy diventa un sensore per la casa

Sostenibilità e tecnologia, due mondi apparentemente lontani ma mai così vicini. Riutilizzare e riciclare sono, infatti, attività ideali per favorire un’economia sempre più sostenibile, volta alla riduzione degli sprechi e alla valorizzazione delle risorse. Questo è possibile in tanti ambiti, non da ultimo anche quello della tecnologia tant’è che stanno prendendo sempre più piede attività alternativa rispetto al semplice smaltimento dei rifiuti tecnologici.

Se i dispositivi rigenerati sono stati uno dei primi mezzi per dare ancora vita a tablet, smartphone o pc, è anche vero che le stesse aziende produttrici possono dare un contributo ancora più elevato. In che modo? La dimostrazione di ciò arriva niente po’ po’ di meno che da Samsung, azienda leader nel mondo della tecnologia e che ha annunciato un’iniziativa davvero particolare. Cerchiamo di capire di cosa si tratta e quali sono i vantaggi.

Samsung: come il Galaxy diventa sensore

L’idea di fondo di Samsung è quella di riutilizzare vecchi smartphone Galaxy e trasformarli in appositi dispositivi smart home partendo da un aggiornamento software. L’iniziativa che ha un nome vero e proprio e cioè Galacy Upcycling at Home, al momento è stata avviata solo nel Regno Unito, in Corea e negli Stati Uniti, ma già aspira a diventare un pilastro dell’economia circolare in quanto è stata accolta calorosamente e molti sperano che possa essere estesa al più presto anche agli altri mercati.

Nello specifico la Samsung intende riutilizzare i sensori presenti sugli smartphone Galaxy per gestire attività specifiche di smart home. Tutto parte da SmartThing Labs, un’apposita funzione dell’app SmartThing che dà la possibilità di gestire una serie di dispositivi connessi al mondo Samsung. Di conseguenza, tramite appositi algoritmi, lo smartphone può essere trasformato in uno strumento capace di riconoscere una serie di suoni, registrarli e inviare una notifica. In questo modo lo smartphone può diventare ad esempio un baby monitor che riconosce il pianto del bambino e avvisa i genitori.

Allo stesso modo il sensore di luminosità ambientale presente sul vecchio dispositivo può essere trasformato in un strumento per accendere o spegnere in automatico le luci o la TV sempre sfruttando l’app SmartThing. Samsung dunque interviene aggiornando i software che introducono appositi algoritmi fondati sull’intelligenza artificiale per riconoscere suoni e ottimizzare la batteria i quali consentono il continuo monitoraggio dei suoni e delle luci anche per periodi di tempo più prolungati.

Questa iniziativa di Samsung era già stata preannunciata da qualche tempo e in particolare in occasione del CES 2021 e proprio in questi giorni potranno usufruirne alcuni consumatori in veste di beta tester in alcuni mercati e non è un progetto isolato. L’iniziativa, infatti, fa parte di una vera e propria strategia di Samsung che ha l’obiettivo di incentivare il riutilizzo di tutti quegli smartphone che da tempo raccolgono polvere nei cassetti. Oltre al riutilizzo grazie ad appositi applicazione pensate per i consumatori, si sta già pensando al riutilizzo anche in altri ambiti. All’inizio del mese di aprile 2021 Samsung ha già avuto modo di dimostrare il riutilizzo di alcuni smartphone trasformandoli in strumenti idonei per diagnosticare patologie oculari. Si tratta di un progetto già attivato in paesi come Vietnam, India, Marocco e Papua Nuova Guinea.

Al momento non si hanno notizie sulla possibilità di usufruire di tali sistemi per quanto riguarda gli utenti italiani in quanto non vi è ancora la possibilità di testare la funzionalità di Galaxy Upcycling at Home, ma il punto focale resta l’incentivo a potenziare il riutilizzo anche dei dispositivi tecnologici a partire da semplici domande che tutti possiamo porci.

Cosa posso fare con un vecchio smartphone sfruttando i miglioramenti software o hardware? Il dispositivo ha davvero esaurito totalmente la sua utilità?